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L'Ape Musicale

Die Walküre, Napoli

“Il Wotan di Egils Silins è una sintesi di intelligenza e raffinatezza musicale e voce dal timbro corposo e dal colore suggestivo: il monologo del secondo atto, la confessione di Wotan a Brünnhilde, è reso cesellando ogni singola frase con fraseggio variegato, rendendo plastica la lacerazione psicologica di Wotan. Un monologo che è la chiave di volta e spartiacque dell’intero Ring: il baritono lettone e il perfetto accompagnamento/suggerimento orchestrale, con il flusso di richiami tematici, lo tramutano in una seduta psicanalitica ante litteram. Nel finale, poi, il suo Abschied è intenso, cantato con rassegnazione e signorilità, estremamente coinvolgente nella sezione centrale di “Der Augen leuchtendes Paar, das oft ich lächelnd gekost…” (“I due occhi luminosi che spesso sorridendo ho carezzato…”). Un artista d’alta classe, notevole anche per le doti sceniche.”

L’Ape Musicale

“…la grande prova del Wotan del basso-baritono Egils Silins, dopo il dialogo con la figlia e poi con la moglie, realmente titanico nell’ampio monologo di autoaccusa e abbandono disegnato con accenti drammatici e umori fra i più disparati, con apice in chiusura quando, in qualità di padre, dovrà punire con la mortalità e il sonno l’adorata Brünnhilde per aver violato i suoi ordini, ma tutelandola con le fiamme di un proscenio inondato a luce rossa fondente. Vale a dire un Wotan profondamente umano più che divino, stando alla preziosa rilettura di Tiezzi, determinato nell’abbandonare ciò che più ama, a uccidere ciò che predilige, a tradire con l’inganno chi gli è più caro, fino a benedire stentoreo su ottoni e timpani la stirpe del Nibelungo che sterminerà quella degli dèi (“So nimm meinen Segen”).”

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